Caro STAFF, buongiorno, sono il venditore. Quello della tua azienda. Sì sì, proprio lui. Quello vestito da pinguino tutto l’anno. Impiccato con la cravatta e coperto dalla giacca anche il 30 luglio, quando tu vieni in ufficio con polo, pinocchietti e infradito.
Sono quel tipo grottesco che fa principalmente due cose: o sta al telefono o sta fuori ufficio. Primo chiarimento: caro STAFF, quando sono sono fuori ufficio non sto “in giro”: se mi è andata bene, sto elemosinando l’attenzione di uno che fa di tutto per scoprire se e dove lo sto fregando. Se invece mi è andata male, sto macinando due autostrade per andare da uno che, guarda un po’, farà di tutto per scoprire se e dove lo sto fregando.
Secondo chiarimento: non sono un samaritano. Tutta questa bella vita la faccio esclusivamente per il mio tornaconto personale. La faccio perchè alla fine del mese prendo i soldi per vivere, mica per altri motivi. Tuttavia, caro STAFF, forse non hai ben chiaro che i soldi che prendo io sono gli stessi che prendi tu. Arrivano dalla stessa tasca. Quella del cliente.
Mi spiego meglio.
Ora, prenditi qualche minuto e continua a leggere, perchè tra poco ti stupirò.
Spesso ho l’impressione, sentendoti parlare, che tu sia convinto che lo stipendio sia il frutto di un’apparizione. Una sorta di miracolo. Prima i soldi non c’erano, adesso ci sono ed il titolare, in un momento di carità cristiana, decide di donarli sotto forma di busta paga. Tu credi che nel mondo esistano LA TUA azienda ed IL TUO generosissimo titolare. Tutto il resto è noia.
Ti svelo un segreto