venerdì 20 settembre 2013

Lettera aperta allo STAFF



Caro STAFF, buongiorno, sono il venditore. Quello della tua azienda. Sì sì, proprio lui. Quello vestito da pinguino tutto l’anno. Impiccato con la cravatta e coperto dalla giacca anche il 30 luglio, quando tu vieni in ufficio con polo, pinocchietti e infradito.

Sono quel tipo grottesco che fa principalmente due cose: o sta al telefono o sta fuori ufficio. Primo chiarimento: caro STAFF, quando sono sono fuori ufficio non sto “in giro”: se mi è andata bene, sto elemosinando l’attenzione di uno che fa di tutto per scoprire se e dove lo sto fregando. Se invece mi è andata male, sto macinando due autostrade per andare da uno che, guarda un po’, farà di tutto per scoprire se e dove lo sto fregando.
Secondo chiarimento: non sono un samaritano. Tutta questa bella vita la faccio esclusivamente per il mio tornaconto personale. La faccio perchè alla fine del mese prendo i soldi per vivere, mica per altri motivi. Tuttavia, caro STAFF, forse non hai ben chiaro che i soldi che prendo io sono gli stessi che prendi tu. Arrivano dalla stessa tasca. Quella del cliente.

Mi spiego meglio.
Ora, prenditi qualche minuto e continua a leggere, perchè tra poco ti stupirò.

Spesso ho l’impressione, sentendoti parlare, che tu sia convinto che lo  stipendio sia il frutto di un’apparizione. Una sorta di miracolo. Prima i soldi non c’erano, adesso ci sono ed il titolare, in un momento di carità cristiana, decide di donarli sotto forma di busta paga. Tu credi che nel mondo esistano  LA TUA azienda ed IL TUO generosissimo titolare. Tutto il resto è noia.

Ti svelo un segreto



Qui di seguito alcune frasi sentite pronunciare nelle aziende dove ho lavorato.
"Questa cosa che chiede il cliente la posso fare domani. Se al cliente va bene, ok... Altrimenti digli di arrangiarsi".
“E da dove salta fuori questa modifica? Chi se ne frega se il cliente la paga! Io non mi metto a rifare il lavoro perchè il cliente si sveglia all’ultimo momento. Ma chi si crede di essere?”
"Hai ricevuto la conferma dal cliente? Perchè io alle sei vado via e poi nessuno passa l'offerta in fatturazione. Chiamalo e diglielo. Io non posso mica stare qui ad aspettare i comodi suoi."

Caro STAFF, probabilmente tu credi che io mi diverta a chiederti continuamente informazioni. Non è così. Quando lo faccio è perchè il cliente lo chiede a me e non decide finchè non gli confermo che quella cosa noi la sappiamo fare, come la facciamo, in quanto tempo e quanto gli costa.
No, caro STAFF,  per farti lavorare tranquillo io non vado a dire al cliente che si deve arrangiare. A lui non gliene può fregare di meno dei tuoi problemi.
Caro STAFF, tu credi sia divertente per me stare ad aspettare una firma fino all’ora di cena? Credi che cambiare i progetti in corsa sia la mia missione di vita? No, ciccio, non lo è. Anche a me piace andare a casa presto, o fare un aperitivo con gli amici (sì, non ci crederai, ma ho anche degli amici). L'unico motivo che mi fa stare qui fino a tardi è la consapevolezza che se la firma del cliente non arriva, non arriva nemmeno la mia provvigione. Quei quattro soldi ho cominciato a calcolarli il giorno in cui ho fissato l’appuntamento conoscitivo. Quella provvigione l’ho vista nascere e l’ho fatta crescere a suon di visite, ore in macchina e trattative più o meno garbate. Mi ci sono affezionato, capisci? Ora ti sembra normale che io rinunci a tutto quel ben di dio perchè tu devi spegnere il pc e andare a casa? Ovvio che no! 

Ma io ti conosco: a questo punto tu, permeato di invincibilità, mi dirai “Embè? Cosa me ne frega della tua provvigione? Affari tuoi se non hai lo stipendio fisso come me! Cambia lavoro! Io vado a casa che sono già le 18.10…” 

No, ti prego non farlo! Fermati ancora un attimo perchè siamo davvero arrivati al nocciolo della questione. E qui iniziano i guai… 

Io posso anche fare come dici tu: vado dal cliente e gli dico che quella cosa aggiuntiva non la facciamo e che non riscriviamo il progetto. Gli dico anche che se non firma per le ore 17.55, l’amministrazione chiude la pratica come negativa. Posso anche mandarlo a fare in culo, con tutte le sue stupide ed inutili domande.
Una volta fatto questo, tu torni a casa alle 18.00, il cliente andrà dal concorrente, io non prenderò la provvigione…. 

e tu non prenderai più lo stipendio!

Beh no, sono stato un po' drastico: per questo mese lo stipendio lo prendi ancora e magari anche il mese prossimo... ma preparati al peggio. Un giorno il titolare ti chiamerà e ti dirà che ha preso un software che fa le fatture da solo e sollecita automaticamente i pagamenti con lettere precompilate ed inviate con posta elettronica certificata.
Non gli servi più.
Nemmeno per andare a spedire raccomandate, pensa un po’...
Visto il periodo storico in cui viviamo, ti si prospetta un futuro nelle piazze italiane a sventolare bandiere rosse urlando che lo Stato ti deve dare il lavoro, padrone-ladrone, potere operaio e via così… dici di no? Tu li guardi i telegiornali? Sta già succedendo…


Questa generazione di imprenditori non è come quella precedente: una volta il titolare dell’azienda vedeva nei suoi dipendenti un’appendice della sua stessa famiglia. Non licenziava nemmeno sotto tortura. I figli degli imprenditori invece, cresciuti spesso a suon di soldi senza muovere un dito, vogliono continuare a far la bella vita. Vogliono i soldi alla fine del mese per pagarsi il week end e la macchina sportiva. Se il potenziale cliente (quello di prima) va dalla concorrenza, al tuo datore di lavoro entreranno meno soldi del previsto e lui, strozzato dalle tasse e dal soggiorno a Cortina, deciderà di fare dei tagli automatizzando i processi. Secondo te, chi salta prima? Il venditore che prende soldi solo se vende, o l’impiegato che prende i soldi sicuri 13 volte l’anno?

Caro STAFF, buongiorno, sono il venditore della tua azienda. Chiariamoci sull'aspetto più importante: 

io NON SONO migliore di te 

e lo so che anche tu, come me, ti smazzi un sacco di casini che non hai mai lontanamente creato, però a questo punto posso chiederti un po’ di collaborazione? Se ti accorgi che non ho compilato l’anagrafica dell’azienda, se io non dovessi ricordare il il numero dell'offerta per la quale tu stai emettendo fattura, fai quel zic di sforzo in più alzando il telefono. Sì, lo so e hai ragione, non ti pagano mica per questo. Il tuo lavoro è un altro.



Ed io, fossi in te, me lo terrei stretto…..

2 commenti:

  1. Chapeau...parole che comprendo benissimo

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  2. Una lettura chiara ed esaustiva della situazione. Credo che tutti i commerciali, chi più chi meno, abbia più volte fatto queste considerazioni. Complimenti per la fotografia decisamente "a fuoco" .

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